Una cima anonima a due passi da quella del Magnola

Una passeggiata sul versante rocchigiano del monte Magnola


Pur se priva di un nome sulla carta dei sentieri, questa interessante e panoramica cima di quota 2.172 metri è già ben visibile dal Piano di Pezza, a sinistra della vetta della Magnola da cui è poco distante; la si può raggiungere dal versante rocchigiano con una bella passeggiata che prende il via dal Vado di Pezza percorrendo due comodi sentieri, il n. 10 e 10A del Parco Velino-Sirente. Lasciata l’auto nell’ampio slargo in corrispondenza del Vado di Pezza ci si avvia lungo la strada bianca che passa oltre il Rifugio del Lupo, bar e ristoro, e si dirige verso il Vado Ceraso da cui ha inizio il sentiero numero 10 del parco. Per raggiungere prima questo punto si può abbandonare la strada bianca dopo un chilometro e mezzo circa e tagliare lungo una evidente sterrata sulla sinistra che sale verso sud-est ed in breve si ricongiunge alla strada bianca lasciata poco prima proprio in corrispondenza del Vado Ceraso dove una palina indica l’inizio del sentiero. Si inizia a salire subito con discreta pendenza ed in breve il sentiero si addentra nel bosco, subito prima di addentrarsi nella macchia vale la pena volgendosi indietro per uno sguardo verso i prati che circondano il Vado molto belli nella luce radente del primo mattino. In poco tempo si guadagna quota lungo un percorso a serpentina battuto e ben segnato che a tratti esce dalla macchia consentendo qualche veduta verso il Piano di Pezza ed il Monte Rotondo; attorno alla quota di 1.700 metri il bosco dirada e ci si trova all’inizio di una lunga dorsale in lieve salita e diretta ad ovest verso il Monte Magnola: ci troviamo così a camminare sulla Costa dei Vecchi, ampia dorsale molto panoramica su questa porzione del territorio del Parco, il Monte Magnola di fronte ed il possente Sirente alle nostre spalle. Il sentiero si snoda sempre ben segnato dalle frequenti bandierine rosso/bianco a terra; si procede senza fatica tra modesti sali e scendi puntando decisi in direzione dell’anfiteatro di rocce e brecciai che scendono dalla creata che unisce la vetta della Magnola e la cima meta della nostra escursione, cima che vista da più vicino presenta una discreta prominenza sia a nord che sud nonché sul versante che abbiamo di fronte dove precipita con salti verticali per buoni 250 metri .. a ben vedere potrebbe avere le caratteristiche per entrare a far parte dell’elenco dei duemila, sicuramente più di altre elevazioni già in lista che appaiono in effetti molto meno prominenti dalla linea di cresta. Il sentiero procede ancora per un pò in direzione della Magnola in ambiente solitario fino a lambire l’altopiano carsico dei Campi della Magnola dopo di che svolta in direzione nord-ovest fino a portarsi alla base della cresta che scende a nord della cima di quota 2.172: giunti alla fine dell’ampio catino si nota un ripido traverso che tagliando un brecciaio giunge fin sulla cresta ed è questa la traccia da seguire che sul terreno si mostrerà abbastanza comoda pur se con una discreta pendenza: il breve strappo consente di guadagnare un centinaio di metri di quota e sbucare sopra la linea di cresta dove si apre d’improvviso una vista formidabile e dettagliata verso il Monte Velino e le sue cime satelliti. E’ una montagna davvero imponente il Velino, che sembra essere a portata di mano da questo tratto ed è impossibile non sedersi al margine del sentiero ad osservare i panorami circostanti che a nord arrivano fino al Costone ed oltre. La traccia prosegue con pendenza costante mantenendosi in prossimità del filo di cresta fino a raggiungere l’ampia sommità caratterizzata da un roccione su cui è un piccolo ometto; un segnavia indica che proprio sulla vetta transita il sentiero numero 10 che prosegue fino alla vicina cima del Monte Magnola dopo aver superato un’ampia sella che separa le due elevazioni. Particolarmente interessante, questa cima senza nome si trova in una posizione abbastanza centrale così che si ha un’ottima vista a 360 gradi su tutte le elevazioni più importanti del Parco Velino-Sirente. Per il ritorno si può ovviamente ripercorrere il percorso dell’andata oppure diversificare l’escursione andando ad intercettare un altro frequentato sentiero, il numero 10°, che prende inizio dal Piano del Ceraso (una porzione periferica del più vasto Piano di Pezza) e sale fino alla Costa della Tavola ed oltre; dopo essere tornati alla base dell’impianto sommitale si percorre dunque in discesa il ripido traverso sul brecciaio al termine del quale si abbandona il sentiero e si procedere a vista verso est fino a scendere sul fondo dell’ampio canalone, in un pianoro dove scorre il sentiero (alcuni ometti già si notano a distanza durante la discesa) che si imbocca verso destra arrivando in pochi passi ad immergersi dentro la faggeta. Ripido come quello dell’andata, il tracciato scorre ora assai velocemente in una sequenza di svolte fino al limitare del bosco che si fa via via più rado mentre il terreno impiana e siamo di nuovo allo scoperto, in vista della strada sterrata che in un paio di chilometri ci riporta al Vado di Pezza completando così una bella passeggiata che ci avrà occupato mezza giornata e fatto conoscere ambienti di grande interesse paesaggistico, raggiungendo anche una quota ragguardevole.